Riflessioni ai tempi del covid19

Il momento che stiamo vivendo fa riflettere…

Il primo pensiero che fa capolino è la facilità con cui ci si giudica l’uno con l’altro. Girovagando di qua e di là sui social sono davvero infiniti i commenti denigranti ed offensivi per alcuni semplici domande poste da molti: da informazioni sull’apertura/chiusura di alcune attività, sulla possibilità di poter fare alcune cose piuttosto che altre. Insomma le risposte non sono quasi mai coerenti con la domanda dello scrivente, bensì una cascata di insulti e di improperi.

E quindi mi chiedo: quando siamo diventati così poco comprensivi verso il prossimo?

Il mio non vuole assolutamente essere un moralismo, bensì una riflessione sulla società attuale nella quale viviamo.

Penso a quanto siano elevati il numero di separazioni e divorzi al giorno d’oggi: sicuramente i nostri nonni non avevano la possibilità di scegliere se interrompere un matrimonio, al loro tempo vigevano dei dictat impliciti; probabilmente i nostri nonni arrivavano all’età anziana infelici di non aver potuto scegliere in che modo vivere la loro vita e molti non hanno avuto la possibilità di scegliere con chi condividerla. Hanno fatto enormi sacrifici e quindi, quando è subentrata la possibilità di separarsi c’è stata a livello sociale un’ondata di divorzi. Credo che la mia generazione sia stata quella più distrutta dai genitori separati: non era ancora una realtà pienamente accettata e ricordo che molti miei coetanei si vergognavano nel dover confidare la loro verità familiare, erano in qualche modo discriminati. Solo più tardi hanno fatto i conti con le difficoltà delle dinamiche scaturite dall’avere genitori separati e tutte le complicazioni che ne derivavano.

Tutto questo per dire che oggi la grande difficoltà non è trovare un partner, bensì mantenere una relazione solida che non crolli al primo ostacolo, poiché il pensiero di molti è quello di lasciarsi al primo cenno di avversità. In tutte le relazioni (amicali, familiari, amorose) prima o poi sopraggiungono delle problematicità….ma quanto è bello poterle superare insieme condividendo anche i momenti più dolorosi?

Quanto sarebbe bello ritrovare dei momenti davvero autentici nella nostra quotidianità? Forse possiamo approfittare di questo periodo di chiusura forzata nelle nostre case per ritrovare il senso di famiglia che un po’ abbiamo abbondonato?

In una società in cui non esiste più differenza tra un giorno e l’altro, in cui i giorni di festa sono sempre meno, in cui non esistono più giorni di riposo, in cui i centri commerciali sono il luogo preferito dalle famiglie per trascorrere le domeniche pomeriggio….non c’è più scelta: dobbiamo rimanere a casa. Le scuole sono chiuse, le mamme e i papà sono “costretti” a trascorrere del tempo con i propri figli: forse tutto questo ci può aiutare a ritrovare un senso di unità?

Approfittiamone e proviamo a parlare di nuovo vis a vis senza uno smartphone, proviamo ad ascoltare l’altro, tentiamo di fermarci a riflettere su noi stessi e se possiamo fare qualcosa per migliorare il nostro benessere psico-fisico.

Questo bollino rosso può darci una nuova possibilità, perché come dico sempre ai miei pazienti: ogni momento di crisi porta necessariamente ad un cambiamento, sta solo a noi decidere in quale direzione.

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